Pagine

sabato 24 dicembre 2011

Un semplice augurio di Natale


Ed eccoci alla Vigilia di Natale.. Che bell'atmosfera che si percepisce nell'aria.. Dopo aver finito di lavorare era emozionante guardare in città tutte le luci che brillavano nel buio. Ma tra tutte quelle che ammiravo mancava la più bella. La mia stellina, la mia Giuli. Era da questa mattina che non la vedevo e la sua mancanza è sempre forte. E' sempre un'emozione riabbracciarla quando torno a casa dopo una giornata intera in cui non la vedo.. Domani sarà il secondo Natale che passeremo insieme e il mio tesoro stasera ha imparato due nuove parole. Mi ha detto tutto veloce e senza separarle: "buonnatale"..

E allora Buonnatale anche a voi!

martedì 13 dicembre 2011

Quando la mia Gioia è entrata nella mia vita..

Oggi è il giorno di Santa Lucia, a Bergamo tutti i bambini sono abituati a ricevere i regali in questo giorno. Anche la mia Giulia ha ricevuto i suoi: uno xilofono, i cubetti per fare i puzzle di Winnie The Poo, un puzzle di legno della fattoria e un mini panettone. Era tutta eccitata ieri sera, tutti le dicevano: "Cosa succede domani Giulia?" e lei: "Passa" e noi: "Passa la Santa..." e la mia cucciola: "...Ucia". Adesso sta facendo la nanna, appena si sveglierà la porto a messa dove il nuovo parroco racconterà la storia di Santa Lucia e darà dei regalini ai bimbi, poi andremo all'oratorio a far merenda.. Ma ora toriniamo a quasi due anni fa, al mio racconto, a quando la mia Gioia è entrata nella mia vita..

Ero esausta e tutto quello che accadeva intorno a me lo percepivo con una lieve confusione. Guardavo la mia bimba e pensavo se quello che stavo vivendo non era un sogno, mi sembrava tutto così strano e irreale. Nel frattempo Giulia è stata portata col suo papà a fare il primo bagnetto. Io invece ero ancora su quel letto, venivo medicata e pulita dalle ostetriche e per 45 minuti mi hanno torturato mettendomi i punti, dato che la mia piccola è nata con la manina in bocca e mi ha lacerato la pelle. Quella parte è stata quasi più antipatica del parto stesso, continuavano a bucarmi e a farmi punture di anestetico, non ne potevo più! Volevo un po' di tranquillità!
Più tardi mi hanno riportato la mia bimba tutta vestita, perfino con un cappellino; stava piangendo, così mi hanno spiegato che probabilmente aveva fame. Ho tentato di darle il latte attaccandola al seno, ma per Giulia non era così facile.. Le leccava, ma non succhiava, allora doveva farle assaporare il latte in modo che sentendo il sapore si decidesse a cucciare. Proprio non ci riusciva! Erano ormai le 19.00, così mi hanno portato in carrozzina nel reparto dell'ospedale in modo da far vedere alla mia famiglia e a quella del mio ragazzo la bimba. In quel momento stavo veramente poco bene, le ore passate sveglia, il digiuno e il grande sforzo si facevano sentire, dandomi dei capogiri. Io mi sforzavo di non svenire in modo da non far preoccupare nessuno; finalmente mi hanno messa nel letto e fatto mangiare un po' di passato di verdure in modo da riempirmi un po'. Fuori nevicava e ancor di più mi dava l'impressione di essere in un sogno; una cugina di mia mamma con la figlia mi erano già venute a trovare e hanno regalato alla mia Giulia un completo di jeans con maglietta e un cappellino. La mia Giulia era stata portata nel nido perché era l'ora delle visite e i bambini devono stare in un ambiente protetto in modo da non venire a contatto con i batteri.
Quando i parente se n'erano andati mi ero rilassata e speravo di poter riprendere un po' di forze dormendo un po'. Invece mi hanno subito riportato la mia bimba per provare a darle il latte; un'ostetrica mi ha aiutata e Giulia sembrava aver intuito come succhiare, così mi è stato consigliato di tenerla nel letto anche se ero stanca. La bimba sembrava addormentarsi, ma in realtà dopo mezzora si era risvegliata piangendo. Io tentavo di darle da mangiare, ma non riuscivo, anche se i movimenti mi erano difficili e dolorosi le cambiavo posa nel letto, ma niente, sembrava non voler smettere di piangere. Durante la notte sono passate varie ostetriche per darmi dei consigli sull'allattamento, ma Giulia proprio non ne voleva sapere, così sono andata al nido e abbiamo provato a darle il latte in polvere con il biberon. Mi faceva ridere la mia bimba, invece di succhiare leccava la tettarella! Quando finalmente ha capito come fare, succhiava talmente piano che ha impiegato 10 minuti per bere 5 ml di latte. Dopo di ciò sembrava più tranquilla e le ostetriche mi hanno dato un ciuccio in  modo di farla esercitare nel movimento della suzione e mi è stato raccomandato di tornare per darle da mangiare nel caso avesse ancora pianto. Tornata in stanza speravo che la bimba riuscisse a dormire un po' in modo da farmi riprendere qualche energia, ma niente. Erano già le 6.30 e ancora voleva star sveglia, si guardava in giro, fissava i miei bottoni della camicia da notte, era proprio bella e io le continuavo a dare tanti baci. Fino a un giorno prima non avevo mai visto la piccola creatura che tenevo in braccio e adesso avevo stretta a me la cosa più importante della mia vita, il mio più grande amore. E poi non so come ne quando tutte e due ci addormentammo..

Durante la notte le ho scattato questa foto quando Giulia era sdraiata su di me e si succhiava un dito, che Tesoro..

domenica 6 novembre 2011

Un momento tanto atteso arriva sempre

Ormai sono passati vari mesi dal mio ultimo post e varie mie lettrici mi hanno chiesto più volte di continuare a raccontare la mia storia... Purtroppo sono stata molto impegnata, ho studiato davvero tanto e sono fiera di dire che posso dire addio alla scuola, non ci rimetterò più piede, se non per accompagnare la mia Giulia! Finalmente sono maturata e sono riuscita a portare a termine degnamente un grande impegno pieno di sacrifici. Sono riuscita a diplomarmi con il punteggio di 78/100; direi non male per una mamma che, oltre che studiare, ha ben altri doveri! Non avete idea della liberazione! Sono molto soddisfatta, anche perchè in tutto questo Giulia è stata la mia fonte di ispirazione! Si, lei ha ispirato l'argomento della mia tesina: L'attaccamento del bambino alla madre.
Ma ora torniamo un attimo indietro nel tempo, torniamo a dove avevo lasciato il mio racconto...

Ho passato tutta la notte del 28 gennaio sveglia, ero molto ansiosa, non sapevo cosa fare, non capivo se quelle che sentivo erano davvero delle contrazioni. Allora l'unica cosa che mi era venuta in mente era di segnare su un foglio l'ora in cui mi venivono...non vi dico, un foglio pieno di numeri! Le contrazioni non erano regolari, ma facevano la loro comparsa a meno di 10 minuti di distanza. Sinceramente non erano dolorose, erano piuttosto fastidiose ma non mi facevano male.. Sentivo piuttosto in subbuglio l'intestino. Non ho avvertito nessuno, mi dispiaceva svegliare i miei genitori. Quando mio papà alle 6.00 di mattina del 29 gennaio si è svegliato per andare a lavoro vedendomi in piedi mi ha chiesto cosa avessi; io gli avevo detto che pensavo di avere le contrazioni, ma lui non gli ha dato molto peso e se nè andato a lavoro e io, molto intelligentemente, non l'ho fermato.. poco dopo mi sono convita che forse quelle erano le contrazioni da parto, dato che venivano ogni 5 minuti, così mia mamma ha avvertito mio papà che è ritornato a casa. Io nel frattempo ho voluto fare colazione, solo che l'agitazione mi rendeva faticoso e molto lento deglutire il cibo, così siamo partiti alle 8.00 circa da casa. Dopo mezzora sono arrivata in ospedale e sono entrata nel pronto soccorso delle gestanti. Era totalmente vuoto, così mi ero seduta aspettando, ma non arrivava nessuno. Dopo circa un ora che aspettavo, sempre con le mie contrazioni che nel frattempo si facevano piu intense, iniziavano a passare delle infermiere, ma nessuno mi domandò niente. Così stanca di aspettare ho fermato un infermiera che mi ha accompagnato in una stanza dove mi ha fatto il monitoraggio delle contrazioni. Essendosi resa conto che erano intense circa alle 11.00 mi ha accompagnato dalla ginecologa, la quale mi ha visitato. Lei mi ha dato la notizia che ero a metà travaglio e che ero dilatata di 4 cm. Chi l'avrebbe mai detto! Non me lo aspettavo proprio! Era l'ultimo pensiero!
A questo punto avevo avvertito Matteo di non andare a scuola, ma di venire da me; lui era quasi più spaventato di me. Io nel frattempo mi ero cambiata e avevo avvisato la mia ostetrica di venire da me in ospedale. Mi è stato chiesto se volessi fare l'epidurale, ma mi sono rifiutata perché il dolore era più che sopportabile. Ancora non capisco perché, ma moltissime ostetriche mi facevano i complimenti per la mia sopportazione del dolore, dicendomi che c'erano donne molto più "mature" di me che in questi casi si comportavano da bambine piagnucolose. Ricordo di essermi sentita molto soddisfatta; io non mi sono mai lamentata troppo per il dolore, anche se ciò non significa che non lo provassi, anzi. Penso che lamentarsi non serva a niente, se non a far star peggio te e chi ti sta intorno. Il mio ragazzo arriva in ospedale alle 13.00, pensavo che la bambina nascesse di lì a poco, invece le mie contrazioni si facevano sempre più deboli e meno intense, io quasi non le sentivo! In compenso mi faceva molto male un osso del bacino e l'inizio della coscia sinistra, quello era il dolore più intenso! Però per far ossigenare bene la bambina dovevo starci appoggiata sopra e il dolore peggiorava. E' strano ma pensavo a tutto fuorché la mia bimba, cercavo di rimanere concentrata sul presente, come se il futuro non esisteva, ancora oggi non so spiegarmi il motivo. Infatti verso le 16.00 mi sono sorpresa a vedere due ostetriche preparare i vestiti della bambina e tutto l'occorrente per lei, come se solo in quel momento mi rendessi conto che ero lì a far nascere la mia bimba. Avevo portato del cioccolato per darmi un po' di energia, ma non riuscii a mangiarlo perché il solo odore mi faceva venire la nausea.
Matteo rimase sempre al mio fianco, mi teneva la mano e mi rassicurava. Io non lo volevo perché non mi piace avere gente attorno a me quando non sto bene, mi mette in imbarazzo, però non mi sentivo di togliere al mio ragazzo la possibilità di poter assistere alla nascita di sua figlia. Circa alle 16.20 mi è stato detto che potevo spingere quando sentivo una contrazione, il problema è che non le sentivo più, sentivo la testa della mia bimba contro le ossa e basta. Così ho iniziato a spingere a caso; fu il momento più difficile, ero stanca, esausta e affamata. Volevo che finisse, ecco cosa continuavo a pensare, basta, sono esausta! Ricordo che dopo due spinte mi sembrava di aver già fuori la testa, invece si vedevano appena i capelli; quella fu una grande delusione; io continuavo a riflettere, pensando:
"Se con tutta questa fatica la testa non si è quasi mossa, quanta fatica devo sopportare per farla uscire? E una volta uscita come farò ad aver la forza di far uscire pure il corpo?"
Ricordo che quando iniziavo a spingere non riuscivo più a fermarmi, solo che mentre si spinge non si riesce a respirare, e io avevo bisogno di respirare sia per me che per la bambina, così tutti cercavano di fermarmi. Dopo una decina di spinte lunghissime ricordo che mi dicevano che c'ero quasi, così una spinta l'ho trascinata per molto... e tutto quello che sentivo era il fuoco, andavo a fuoco, mi sentivo bruciare, ho chiesto pure di fare aria.. nemmeno il fuoco scotta così tanto! La testa era a metà.. così ho chiuso gli occhi e mi sono sforzata a spingere più velocemente e più forte perché il fuoco che sentivo scottava troppo.. E ad un certo punto, dopo una spinta molto lunga ecco, mi sono sentita svuotata, non gradualmente ma di colpo il dolore era cessato; avevo ancora gli occhi chiusi e senza lasciarmi il tempo di realizzare e di capire tutti i ginecologi e le ostetriche si complimentavano, ma io non sentivo le loro voci, c'erano ma era come se fossero in lontananza, l'unica cosa che aveva catturato la mia attenzione era il suo piccolo pianto, il pianto della mia Giulia. I miei occhi si erano aperti di colpo e increduli si trovano davanti la creatura più piccola che avessi mai visto. Non avrei mai immaginato che i bambini appena nati potessero essere tanto piccoli. Lei, come me aveva gli occhi chiusi ed era tremante. Non avevo voce, c'era solo il mio sorriso a testimoniare i fuochi d'artificio di felicità che mi esplodevano nel cuore. E' stato chiesto al mio ragazzo di tagliare il cordone ombelicale, ma si è rifiutato; allora l'hanno chiesto a me, ma ero senza forze. Qualche istante dopo mi hanno dato in braccio la mia bambina avvolta in un asciugamano blu, la sua voce ha smesso di emettere suoni e i suoi occhi si sono aperti per la prima volta, posandosi sui miei. Il suo sguardo attento mi osservava e a me sembrava che il tempo si fosse fermato e che il resto del mondo fosse sparito. L'amore spontaneo e naturale verso la creaturina che tenevo tra le braccia mi ha sorpreso e travolto nella sua grande verità. Ed ecco che in quel momento è nato anche il grande sentimento che può essere riassunto con questa frase, che è poi diventata il titolo della mia tesina per il mio esame di maturità:
..E ho imparato che quando un neonato stringe per la prima volta il dito della madre nel suo piccolo pugno, l'ha catturata per sempre.

domenica 8 maggio 2011

Un attesa infinita...

E' passato un po' di tempo dall'ultimo post, ma purtroppo gli impegni, lo studio, la mia Giuli mi tengono sempre occupata e il tempo non basta mai per fare tutto quello che vorrei, ma rieccomi a raccontare la mia lunga storia...
Pian piano la mia pancia cresceva, come cresceva la piccola vita che era dentro di me. Col passare del tempo ho imparato tutti i movimenti che la mia piccola faceva, ricordo benissimo i suoi piedini che ogni tanto spingevano contro le costole, il suo sederino proprio al centro della mia pancia e il suo piccolo testino che guardava verso il basso, nella posizione giusta pronta per nascere. Ricordo che una volta, durante un'interrogazione di latino, in cui ero molto agitata, la mia cucciola aveva iniziato a muoversi facendomi ridere e facendomi diventare rossa davanti a tutti!
Non uscivo molto, in quel periodo odiavo la gente e dava sui nervi! Possibile che appena mettevo piede fuori la gente puntava il suo odioso sguardo verso la mia pancia e poi verso il mio viso! Spesso accompagnavo mia mamma a fare spesa, così non mi annoiavo e mi passava il tempo; però mi irritavo molto quando notavo quegli sguardi così neutri, a volte sembravano dispiaciuti, come se pensassero "povera ragazzina cosa le è capitato", altre volte sembravano severi, "così giovane, ingenua e immatura a crescere un figlio, roba di altro mondo!", altre volte invece si mettevano a chiamare all'attenzione l'amica o la figlia e scommetto che mi usarono come esempio, "vedi cosa capita ad essere irresponsabili e a non pensare a cosa si fa, si cade dentro cose troppo grandi!".. In quei momenti avrei voluto solo dire "cos'hai da guardare, si aspetto una bambina, si ho solo 18 anni, si non sono sposata, no il mio ragazzo non mi ha lasciato, si sto continuando ad andare a scuola e SI sono felicissima di aspettare mia figlia e di diventare madre e se tornassi indietro rifarei tutto ciò che ho fatto e sarei allo stesso punto, PROBLEMI?"
Gli ultimi mesi sono stati molto particolari, ero preoccupata per il parto, cosa di cui ero molto spaventata; avrei voluto fermare ogni madre che vedevo e chiederle come è il parto, quanto si soffre, come affrontarlo; ma non l'ho mai fatto.. Non vedevo l'ora di incontrare la mia bambina, di stare con lei, volevo che il tempo passasse subito per stare con la mia Giuli, però volevo anche che il tempo non passasse mai perché avevo troppa paura; ero immersa in sentimenti, sensazioni, emozioni contrastanti e l'unico modo che avevo per superare quei momenti era non pensarci, continuare nelle piccole cose della quotidianità..
L'ultima visita fatta il 15 di gennaio mi confermò che la mia piccola non sarebbe nata prima di fine mese. Il termine era il 24 gennaio. Una notte sognai che il giorno di nascita di mia figlia era il 25, così era quasi sicura che nascesse quel giorno, ma arrivò anche il 26, poi passò il 27 e il 28. Gli ultimi giorni sono stati un po' pesantini, stare in piedi era sempre più difficile e stancante, mi mancava sempre l'aria e poi mi facevano male le ossa del bacino.

Io ho sempre avuto una forte passione per un artista, attore e cantante, statunitense: Jesse McCartney, amo la sua musica; l'unica che mi fa veramente emozionare. L'ho incontrato al suo concerto nel 2007 e l'anno dopo l'ho incontrato per tre volte in un giorno durante le sue esibizioni a Milano. Avevo tutta la camera tappezzata di poster e fotografie sue, la foto fatta con lui ingrandita in un riquadro.. Avevo ritagliato una miriade di foto sue sui giornali, anche le più piccole e avevo programmato di attaccarle in ogni spazio libero della parete della mia stanza. Il tempo come ho detto non basta mai, così non l'ho mai fatto. Tutto questo fa parte della mia adolescenza e rimarrà per sempre nel mio cuore, ma avevo deciso che prima di diventare madre avrei tolto tutti i poster, dicendo addio alla mia adolescenza, pronta per diventare adulta e madre.. Però in fondo al cuore mi dispiaceva davvero, mi sono decisa solo la sera di giovedì 28 gennaio. Appena finito mi sono messa a dormire e proprio quella sera hanno fatto la loro prima comparsa le tanto temute contrazioni, come se la mia Giulia aspettasse che io fossi veramente pronta a salutare la mia vecchia vita per affrontare quella nuova con lei.



Torniamo al presente, volevo fare gli auguri a tutte le mamme! Io ieri ho partecipato ad una tombola e ho ricevuto il premio come "mamma più giovane".. Auguri!

martedì 8 marzo 2011

La magia dell'attesa

E rieccomi a raccontare la mia storia...

Finalmente dal 10 luglio, giorno del mio 18° compleanno, ho potuto stare un po' più tranquilla, nessuno aveva più il diritto di dirmi cosa dovevo o cosa non dovevo fare, perchè avevo raggiunto i 3 mesi di gravidanza! Che solievo! 
Poi arrivò il momento in cui mia mamma iniziò a raccontare a parenti e amici che io ero incinta.... Io vivo in un paesino in cui tutti ci conosciamo a vicenda e, tipico di questi paesi, le voci circolano in fretta. Mi sentivo una diva di holliwood, appena mettevo piede fuori casa mi sentivo osservata, uscivo e tutte le persone che incontravo mi puntavano gli occhi addosso già prima di salutarmi, dopo avermi salutata si poteva notare lo sguardo scendere fino alla mia pancia. C'è stato il periodo in cui giravano strane voci su di me messe in giro chissà da chi...Beh, all'inizio mi dava un po' fastidio e quando notavo che la gente mi fissava facevo finta di niente, ma poi mi sono divertità: quando notavo di avere addosso gli sguardi di qualcuno allora anche io sostenevo quello sguardo! Mi sentivo quasi una peccatrice, come se avessi ammazzato qualcuno, quando invece stavo dando la vita.
Poi arrivò il problema della scuola. Io non ne volevo sapere per niente, non ci volevo ritornare, i miei genitori invece insistevano, ma anche amici e parenti.. Non so come, ma alla fine mi sono convinta e ho continuato a studiare.
Ad agosto sono partita con Matteo e con i suoi zii per una vacanza di un mese in Sicilia. Mi sono divertita, è stato bello stare per un po' in un luogo dove nessuno mi conosceva. Se riguardo le foto inoltre non si notavo che io aspettassi un bambino anche se stavo in costume. Qui sono stata trattata bene dalla famiglia del mio ragazzo, logicamente mancava la mamma e la nonna di Matteo, con le quali avevo avuto i maggiori diverbi. Lì ero felice perchè pensavo di essere tra persone mature e coerenti, quanto mi sbagliavo (al momento giusto capirete perchè). 
Arrivò poi il momento di scegliere il nome. Sia io che Matteo speravamo di aspettare una bambina, i nomi femminili che preferivamo erano Giulia, Alice e Beatrice, maschili invece Cristian e Marco. Fu preoprio in Sicilia, con un'ecografia, che scoprimmo di aspettare una bambina. Ero ansiosa di sapere se il bimbo fosse maschio o femmina, il ginecologo ci disse che per lui era sicuro che si trattava di una femminuccia! Meno male, ero troppo felice quando mi disse quelle parole, ci speravo troppo: da bambina amavo giocare a Barbie, infatti ne possedevo più di 30, le ho conservate con grande cura, come molti altri giocattoli femminili e un mio grande sogno è sempre stato quello di donarli un giorno alla mia bambina. Quindi non immaginate la soddisfazione! Uscita dallo studio medico Matteo mi prese per mano e mi diede una scatolina, io rimasi molto sorpresa, lui l'aprì per me e così vidi una fedina d'oro bianco con un piccolo brillantino incastonato nel mezzo; lui mi disse che era per me e per Giulia. Io tra i nomi femminili ero molto dubbiosa, non sapevo quale scegliere, mi piacevano tutti ma nessuno in particolare..Invece Matteo preferiva Giulia, così la sua preferenza mi ha condizionato. Quando pronunciò quella frase subitò capì che la mia bambina si sarebbe chiamata Giulia.
La fine dell'estate arrivò e a settembre feci la prima ecografia morfologica, ero tutto apposto, la mia bambina aveva tutto, il cervello, il cervelletto, lo stomaco, la vescica e la crescita procedeva bene. Che orgoglio sentire il suo cuoricino battere forte, frutto della mia determinazione a portare avanti le mie idee. 
Con settembre riniziò anche la scuola. Le mie compagne non sono del mio paese, eppure tutte erano a conoscenza che ero incinta, l'avevo capito dall'improvvisa attenzione che tutte mi davano. Non si capiva che aspettavo un bambino, sembravo solo un pochetto ingrassata. Non pensavo, ma mi sono sentita a mio agio anche a scuola, malgrado tutti gli sguardi e le voci, stavo bene ed ero felice!

Torniamo un secondo al presente...Colgo l'occasione per augurare a tutte le donne una bellissima festa delle donne, l'essere privilegiato dalla natura perchè capace di contenere dentro di sè il segreto della vita.
E dato che è appana passato anche il carnevale ecco la mia bellissima Paperina!

domenica 13 febbraio 2011

E invece qualcuno cercò di fermarmi!

Si proprio così! Hanno cercato di fermarmi, di impedirmi di dare alla luce la mia bambina.
Una volta scoperto di essere incinta ho parlato con Matteo, il mio ragazzo. Lui, spaventato quanto me, era d'accordo con me di continuare la gravidanza e rispettava la mia scelta. Lui è cresciuto in uno strano contesto, strano perché per me nulla di tutto ciò è normale.
Io sono cresciuta tra l'amore di mia mamma e di mio papà, tra l'impegno di mio padre che lavorava di più per non farmi mancar niente, mia mamma che ha rinunciato al lavoro per stare con me e mia nonna, sono stata coccolata e penso sia per questo che tutt'ora sono una coccolona e coccolerei la mia Giulia tutto il giorno.Tutto ciò che si faceva si può dire che lo si faceva per me, dato che sono figlia unica. 
Invece per Matteo non è stato così. I suoi genitori si sono separati quando lui aveva 6 anni e da allora in sua madre è rimasto un tono di tristezza e di depressione che sfogava uscendo più spesso. Matteo fu abbandonato dal padre e la madre anche se c'era era più assente, così di lui si sono presi cura la zia, gemella di sua madre, e la nonna. Ha avuto la fortuna di avere un cugino di qualche anno più piccolo, infatti sono legati come fratelli. Nella sua famiglia tutto è un affare di tutti, loro pensano prima a sé stessi invece che hai figli. Io non sono abituata così, forse è per questo che reputo ciò una cosa dell'altro mondo. Si capisce benissimo che con loro non ho buon rapporti, la fiducia l'avevo data, ma l'avevo mal riposta. Un perdono c'è stato, ma due perdoni non sono in grado di darli (questa è un altra storia, che a suo tempo racconterò). 
Quando la madre di Matteo era venuta a conoscenza della situazione, subito, in modo gentile, ha cercato di spiegarmi che la soluzione ottimale era abortire. Così io con gentilezza ho detto che l'aborto sarà l'unica cosa al mondo che sono certa non farò mai. Il discorso continuò ancora per un po' ma poi finì lì, o almeno era ciò che pensavo. Invece un giorno dopo il mio ragazzo mi chiamò dicendomi la cosa più brutta che una donna incinta si possa sentir dire:
"Se mi ami ti prego abortisci."
Io non riuscivo a capire come una persona in così poco tempo potesse cambiare completamente la sua opinione. C'era qualcosa di strano! Sua madre l'ha tormentato talmente tanto, l'ha esasperato a tal punto da dire una cosa simile. 

Ci fu un'altra brillante chiaccherata tra me e Lei. Invece di ripropormi gentilmente l'aborto Lei iniziò a dirmi "tu devi abortire", si esatto mi ordinava, voleva costringermi, mi ricattava dicendomi che non avrei più rivisto il figlio. Per lei io non potevo avere una bimba perché non ero in grado di mantenerla e così i miei genitori ci sarebbero andati di mezzo. Ma sapete da che pulpito veniva la predica? Lei, che tanto bene parlava, male razzolava! Si, perché lei dopo il divorzio le maniche non se l'è rimboccate anche se l'ex marito non le passava niente, a ben pensato di farsi mantenere lei e suo figlio dai suoi di genitori. E poi viene a far la morale a me! Che Santa Donna! Arrivò perfino a dirmi cosa avrei fatto se il bambino non fosse normo-dotato, se in quel caso avrei abortito! Puff...è meglio che smetto se no non mi fermo più, questa cosa ancora adesso mi fa prendere una rabbia, diciamo che il succo del discorso è questo.
Io e Matteo siamo partiti in vacanza con i miei genitori, e al ritorno dopo una settimana lui è andato in vacanza con i suoi nonni per un mese, come tutti gli anni. Io avrei preferito che non ci andasse perché sapevo che loro, ma specialmente la nonna lo avrebbero esasperato. E così accadde! A tavola il discorso era quello: "Devi dire alla Milena che deve abortire" e vai col "devi"! Oppure: "Se tiene il bambino tu devi lasciarla!"
Ma tanto io faccio quello che voglio, non certo quello che mi dite voi! ahahah!
Insomma fino al giorno del mio compleanno Loro hanno stressato, torturato, esasperato, finché però il tempo in cui l'aborto era possibile finì, grazie a Dio. Ce ne sarebbero altre di cose da dire, di cosa Loro hanno fatto, perché non sono certo solo queste, ma preferisco limitarmi alle più clamorose per due motivi: 1) queste sono sufficienti per far capire che duro momento ho passato 2) dato che sono troppo buona non voglio metterle qui in cattiva luce.
Malgrado tutto ciò, io non ho mai ceduto, non mi sono mai lasciata condizionare dagli altri, sono stata ferma nelle mie decisioni, e poi nella mia vita sono io che decido e non gli altri! Anche Matteo mi è sempre stato accanto e a ha sopportato la sua famiglia. Io ho pensato sempre al mio bimbo che portavo dentro e questo è stato abbastanza per aiutarmi ad andare avanti.

venerdì 11 febbraio 2011

Io? Una mamma?

Non era la prima volta che ero in ritardo. Si proprio quel Ritardo, il ritardo che non ti fa pensare ad altro per tutto il giorno, che ti si intreccia attorno allo stomaco senza lasciarlo neanche per un attimo, diventa l'ultima cosa che pensi prima di addormentarti. Il ritardo ti fa immaginare il tuo futuro in due modi diversi: continuerò ad andare a scuola e quando la finirò troverò un lavoro, continuerò con le mie esperienze, tutte quelle dei miei coetanei, tutte quelle che ho sempre sognato. Oppure: dovrò lasciare la scuola e diventare mamma. "Io? Una mamma? No non è possibile, non può essere. Non può succedere a me." E' proprio questo quello che pensavo, continuavo ad immaginare cosa avrei fatto a distanza di un anno, se tutto avrebbe continuato come prima o se la mia vita sarebbe seriamente cambiata. Avevo voglia di sapere, ma avevo anche paura di sapere. 
Non feci nessun test, la paura era troppa. 
Il 7 giugno 2009, accompagnata da mia mamma, andai a fare la mia prima visita dalla ginecologa.
La verità arrivò secca e aspra come una sberla che non ammetteva repliche: 
"sei proprio incinta". 
Già. Avevo 17 anni ed ero incinta di 7 settimane. Nella mia pancia vagava un fagiolino di 0.89 cm. 
Mi sono sorpresa di ciò che subito mi è stato detto: 
"il termine della gravidanza è previsto per il 24 gennaio, ma non preoccuparti, c'è anche la soluzione dell'aborto."
Avevo appena scoperto di aspettare un figlio e già mi avevano prospettato l'idea di "ucciderlo". 
"Assolutamente no! Io non abortirò mai!"
"Tranquilla hai tempo fino al 10 luglio per decidere."
Il 10 luglio è il mio compleanno, fino al mio 18° compleanno potevo uccidere mio figlio. Che follia.
Per lo meno non ho dovuto dirlo io a mia mamma, infatti lei era lì con me. Non so se sarei riuscita a parlarle di ciò, se avrei trovato le parole. 
Dopo aver scoperto la verità siamo andate a far colazione. Mangiando un cornetto l'ansia e la paura mi hanno sopraffatto, rigandomi le guance di lacrime.


Fin da piccola, vedendo i pancioni delle donne incinte mi domandavo cosa si provava portando in grembo la vita, cosa si sentiva quando il bimbo scalciava. Io non sentivo niente, assolutamente niente, non notavo alcuna differenza. L'unica cosa è che avevo sempre fame. Ma dentro di me mi sembrava tutto come prima, invece c'era un altro cuore che già batteva.
Quando tornai a casa iniziai ad informarmi sulle prime cose: ho cercato la parola embrione e feto su google.
Così venni a conoscenza che che il mio bimbo aveva già tutti gli organi pronti per svilupparsi, aveva le ditina, la lingua, le palpebre. 
Non ero felicissima della situazione, mi dispiaceva aver deluso le aspettative dei miei genitori, mi dispiaceva diventare un peso. 
Si, avrei potuto benissimo rimediare, mia mamma e mio papà subito mi hanno detto che la scelta spettava a me. 
Certo, sarebbe stato facile far tornare indentro l'orologio, non essere più incinta; ma a che prezzo! Avrei dovuto uccidere il mio bimbo, frantumargli le ossicina già deboli, rompergli le ditina sottili non avendo più la possibilità di tenerlo per mano, distruggergli la linguetta senza aver più la possibilità di sentirlo parlare, fermargli il suo cuoricino che batteva ritmicamente pieno di voglia di vivere. Il mio bimbo si sarebbe preso le colpe dello sbaglio che io ho fatto e per questo sarebbe morto.
No! Io non lo considero uno sbaglio, ma un regalo e un dono che mi è stato fatto, perché niente al mondo può rendere più felice una persona.
L'unico punto fermo di quel momento era che io volevo vedere e conoscere il mio bimbo, assolutamente. E nessuno mi avrebbe fermato!

mercoledì 2 febbraio 2011

Ogni storia ha il suo inizio...

Proprio così!
La mia storia è iniziata 14 anni fa, quando avevo 5 anni. Io con i miei  genitori siamo partiti per le vacanze estive, dovevamo passare due settimane in Abruzzo, ma dato che era la prima volta che mio papà si recava in quella zona, non siamo riusciti a trovare l'albergo dove avevamo deciso di alloggiare. Così mio papà ha chiesto informazioni ad un passante, il quale ci ha dato le indicazioni di come arrivare all'hotel, ma ci ha anche riferito che quell'albergo non era molto indicato per i bambini, in quanto era una meta preferenziale di anziani; inoltre ci ha consigliato di tentare di alloggiare in un'altro albergo, poco vicino, perché ospitava un sacco di bambini della mia età ed era molto più adatto per i bambini perché al suo interno c'era l'animazione. Così all'ultimo minuto i miei genitori hanno cambiato piano e ci siamo recati all'hotel club la villa. 
Penso proprio che questa decisione abbia cambiato la mia vita e ripensando a quei momenti mi rendo conto che una piccola e banale scelta può cambiare veramente la vita! Io e la mia famiglia ci siamo trovati talmente bene in quell'hotel (che peraltro lo consiglio a tutti), che abbiamo deciso di continuare a passare le nostre vacanze lì anche negli anni successivi, infatti abbiamo continuato a tornare lì per i 12 anni successivi!
Si può dire che lì ci sono un po' cresciuta, ho conosciuto un sacco di persone e tutti gli anni che ritornavo mi emozionavo rincontrandone alcune, mi sentivo come in una seconda casa. Sono una persona molto abitudinaria e mi piaceva un sacco ritrovare gli stessi luoghi caratteristici, gli stessi svaghi, gli stessi negozi con gli stessi edicolanti.
Ed ecco che anche nel 2008 mia mamma chiama il sig. Enzo per prenotare le vacanze lì. Siamo partiti il 14 giugno, per ritornare il 21 giugno. Prima di partire io frequentavo un ragazzo, non ero innamorata, però mi piaceva, anche io piacevo a lui, ma non era un ragazzo serio, infatti si vedeva ancora con la sua ex, così gli avevo chiesto di scegliere e aveva detto che con l'altra era tutto finito. Noi ci vedevamo poco, una o due volte al mese, con lui stavo bene anche se speravo che da lui uscissero intenzioni serie.Purtroppo le mie erano solo illusioni, lui non era innamorato di me, ma delle ragazze in generale, così decisi di lasciar perdere questa storia ed ero molto felice di partire per le vacanze, così non l'avresi incontrato per un po'.
Volevo passare le vacanze solo divertendomi, e così feci! Quell'anno ho conosciuto due ragazze, due gemelle completamente diverse, così passavo gran parte del tempo con loro. Stanamente c'erano pochi ragazzi della mia età io ne avevo individuati due, senza prestargli molto interesse. Con le due gemelle partecipavo alle varie gare e tornando da una di queste, sll'entrata dell'albergo mentre giocava a ping pong, Lo vidi per la prima volta. Era biondo con gli occhi azzurri, molto magro, ma abbastanza alto. Non ci prestai attenzione, i ragazzi volevo lasciarli fuori dalla mia vacanza! 
In quel momento non lo sapevo ancora, ma quella è stata la prima volta che vidi il papà della mia Giulia.
Di pomeriggio dovevo fare il torneo di ping pong, così mi recai all'entrata, stavo aspettando che l'animatore scegliesse un compagno, quando mi disse che avrei giocato contro Matteo. Vidi arrivare quel ragazzo biondo che avevo visto di mattina e pensai: No! Non posso giocare contro un ragazzo, già non sono brava di mio, ci manca solo che gioco con uno bravo, così chissà che figura faccio...
Così mi rifiutai di giocare e me ne andai.. La stessa cosa si ripeté con i tornei successivi, non so per quale motivo capitavo sempre contro lo stesso ragazzo, quel Matteo! In più tutte le volte mi innervosivo perché lo vedevo fissarmi divertito e mettersi a ridere con i suoi amici. Solo più tardi avrei capito che era lui a voler giocare contro di me e che la sua era una tattica per conoscermi.


Una sera ero in un luogo appartato con una gemella, quando ad un certo punto vedo arrivare il ragazzino che stava sempre in compagnia di Matteo; quando mi vede si mette ad urlare: "eccola, l'ho trovata". Non immaginate che faccia ho fatto, io pensavo: ma questo si può sapere cosa vuole da me?! Poco dopo vedo arrivare Matteo e guardandomi mi dice che vuole parlarmi. Mi aveva detto che gli interessavo molto e mi aveva spiegato che mi osservava perché voleva conoscermi.. Ed è così che abbiamo passato tutta la serata insieme, mano nella mano e mi sentivo felicissima con lui, quasi un'altra persona!
abbiamo passato il resto della vacanza insieme, ma poi siamo dovuti ripartire. Lui abitava a Milano, io a Bergamo, quindi c'era un po' di distanza tra noi, ma non abbastanza da farci separare.Lui ha passato il resto dell'estate in vacanza in Puglia, ma noi ci sentivamo tutti i giorni, non vedendo l'ora di rivederci.
Poi finalmente l'estate era finita e lui venne a Bergamo a trovarmi ed era rimasto per tre giorni. insieme siamo stati benissimo e andavamo molto d'accordo. Da quel giorno lui veniva a dormire a casa mia un fine settimana si e uno no e noi per tutta settimana non parlavamo altro che del sabato che ci avrebbe permesso di incontrarci.

La nostra bambina non è stata programmata, anzi, è stata una sorpresa. Però questa sorpresa non la cambierei per niente al mondo e se tornassi indietro non cambierei una virgola di quello che è stato, perché quello che è stato ha permesso che la mia bimba venisse al mondo!

Ecco che mi presento!

Ciao a tutti! 
Sono una ragazza di 19 anni, vivo in un paesino tranquillo, quei paesi dove tutti si conoscono e dove si usa ancora salutarsi con gentilezza quando ci si incontra. Sono fidanzata da quasi tre anni con un ragazzo, Matteo, che amo tantissimo (ma questa è  un'altra storia). Frequento la 5° superiore del liceo socio-psico pedagogico e, come tutti i miei coetanei, sono un po' preoccupata e agitata perché a giugno dovrò affrontare gli esami di maturità, solo ottenendo il diploma tutti potranno reputarmi matura, quindi sto cercando di impegnarmi a fondo per dimostrare a tutti che sono matura a tutti gli effetti. Questo perché, pur essendo una normale adolescente, una cosiddetta teenager, mi reputo molto più matura di molti miei coetanei.
Vi chiederete perché mi sento matura o forse, semplicemente, mi avete classificata come una ragazzina esaltata che pensa di sapere già tutto della vita. In realtà, forse, un po' diversa dagli altri ragazzi lo sono: è da circa 8 mesi che non entro in una discoteca, di sabato sera  resto a casa e vado a letto circa alle 23.00, anche se una o due volte al mese vado al cinema o a fare l'aperitivo, esco pochissimo anche di pomeriggio, ho la patente ma la uso a malapena, non per paura, ma per mancanza di tempo, non ho partecipato alla gita scolastica fatta dalle mie compagne lo scorso anno. La mia vita però non è sempre stata così.
Ho sempre amato ballare, andare in discoteca, bere drink, aspettavo tutta settimana il sabato per poter passare tutta la sera fuori, passavo ore a sistemarmi i capelli e a perfezionare il trucco per essere perfetta di fronte agli altri, uscivo tutti i pomeriggi con le amiche e anche molte sere in settimana anche se c'era scuola, ho sempre avuto almeno due insufficenze scolastiche e non me ne curavo molto di recuperarle perché non davo a ciò molta importanza.
Già, la mia vita è cambiata drasticamente. Ma oggi sono felicissima rispetto ad allora, non mi manca niente dalla vita e ho tutto ciò che potrei desiderare.  Vi chiederete cosa è stata ad aver cambiato compleamente la mia vita..
Semplicemente mi è capitata la cosa più bella che potesse capitare ad una donna, la cosa che un po' tutte le donne infondo al loro cuore cercano e sperano un giorno le capiti. Mi è capitato uno dei misteri più belli e inspiegabili, quello della vita. Sono diventata mamma di una bambina stupenda: si chiama Giulia ed è nata il 29 gennaio 2010 alle 17.18 e 36 secondi! Si, esatto, io sono una mamma teenager!
Sabato è stato il primo compleanno della mia bimba e voglio dedicarle questo mio pensiero:





















E' da un anno che la mia cucciola è entrata nella mia vita. Per la prima volta i nostri occhi si sono incontrati. Con questi piccoli gesti lei ha dato un senso a tutto.. mi ha fatto capire qual'è la strada che devo percorrere.. insieme. Grazie Giuli ti amo sopra ogni cosa.

Scrivendo su questo blog voglio raccontare l'esperienza più bella della mia vita, e pian piano ho intenzione di farlo. Adesso c'è la mia cucciola che mi cerca, devo scappare..
Bye Bye